venerdì 9 novembre 2007

Efficienza Ecologica

Dobbiamo capire il significato della parola ECOLOGIA

L'ecologia (dal greco oikos che vuol dire casa o ambiente) è la disciplina che studia la biosfera, ossia la porzione della Terra in cui è presente la vita e le cui caratteristiche sono determinate dall'interazione degli organismi tra loro e con i fattori abiotici. Il termine fu coniato dal biologo tedesco Ernst Haeckel nel 1866 (dal greco οικια = casa e λογος = studio) Una porzione di biosfera delimitata naturalmente costituisce un ecosistema. Ecosistemi di livello inferiore possono essere contenuti in ecosistemi più ampi: la biosfera è quindi il massimo ecosistema.
Due approcci diversi all'ecologia sono:
la sinecologia, che analizza gli ecosistemi nella loro globalità, studiandone in particolare l'equilibrio o l'evoluzione;
l'autoecologia, che studia i rapporti ecologici intrattenuti da una singola specie, ossia la sua nicchia ecologica.
Oltre ai singoli ecosistemi, l'ecologia studia i biomi, ossia le tipologie di ecosistemi, che si ritrovano in continenti diversi in condizioni climatiche, pedologiche e geomorfologiche simili.
L'ecologia, nell'arco della sua pur giovane storia, ha visto nascere una serie di specializzazioni al suo interno.
L'ecologia delle acque interne ad esempio studia gli ecosistemi di acque dolci. In particolare studia le acque superficiali, ovvero fiumi laghi ecc., e le acque sotterranee, come ad esempio le falde freatiche.
L'ecologia del paesaggio si occupa invece di studiare la struttura, le funzioni e le trasformazioni nel tempo del paesaggio nelle sue diverse accezioni. Quest'ultima ha un importante nesso con l'Ambiente costruito dall'uomo per la realizzazione dei suoi bisogni ed attività.

Ora dovremmo aver chiarito anche questo concetto
Alcuni link
http://www.ilprogettosostenibile.it/custom/sez_magazine.php?browse_id=915
http://www.ecologicasrl.it/

Efficienza energetica dell'involucro edilizio

Il crescente interesse alle problematiche ambientali ha fatto si che l’involucro edilizio non venisse più considerato solo come l’elemento separatore tra interno ed esterno, ma come un’interfaccia dinamica in continua ed attiva interazione con i fattori climatici esterni. La sua efficienza è data dalla capacità di reagire in maniera flessibile alla variabilità delle condizioni ambientali, minimizzando le dispersioni termiche nel periodo invernale e limitando l’innalzamento della temperatura in quello estivo, con il conseguente miglioramento del comfort abitativo e della qualità ambientale, ottenuti senza l’utilizzo di fonti energetiche non rinnovabili. “Se intendiamo l'involucro come "pelle" dell'edificio che protegge l'interno dagli agenti atmosferici ma che allo stesso tempo ne sfrutta in modo funzionale la potenza, allora possiamo pensare alla creazione di uno spazio protetto controllabile. In questo caso le condizioni ambientali esterne diventano una risorsa e non una forza contro cui lottare, mentre l'involucro una "pelle reattiva" che migliora il benessere interno ed evoca molte possibilità di cambiamento.”
(Thomas Herzog 2005).

In fisica e ingegneria, includendo ingegneria meccanica e elettrica, l'efficienza energetica è un numero adimensionale con un valore compreso tra 0 e 1 oppure, quando moltiplicato per 100, è espresso in percentuale. L'efficienza energetica di un processo è definita come:
W/E
dove W è la quantità di lavoro utile eseguito dal processo (in joule), e "energia" E è la quantità di energia (ancora in joule) assorbita dal processo.
L'efficienza energetica in un sistema chiuso non può mai superare il 100%.

Dunque, per prestazione energetica, si intende :quantità di energia consumata per i vari bisogni connessi all’uso standard. .

sabato 23 giugno 2007

Nuove Sostanze

COMMENTO

Della comunicazione, dell'iperfunzionalità dello spazio, all' interattività, ......
Oggi nell'architettura bisogna guardare a forme molecolari e frattali perché oltre ad essere le uniche ad adattarsi meglio agli spazi di risulta sono quelle che più si adattano ad una plurifunzionalità richiesta dai nostri modi di vivere. Metafora anche dell' interattività che contraddistingue la nostra epoca.La natura inoltre sta riaquistando sempre più terreno, conquistandosi alcuni spazi all'interno di questi flussi intrecciati e stratificati. La percezione visiva e sensoriale all'interno di questi spazi ibridi sarà molto vicina a cio che immaginiamo attraverso internet in cui la compresenza di ambienti è costante.
L'articolo si può leggere cliccando questo link:

http://www.arc1.uniroma1.it/saggio/Articoli/IT/Manifesto.html#Italiano

domenica 10 giugno 2007

CAVERNE VIRTUALI

In questa stanza grazie a un complicato gioco di proiezioni, specchi, sensori elettromagnetici e occhiali per vedere in 3D, si possono ammirare oggetti (virtuali) che fluttuano nell’aria. E non solo si può anche camminarci intorno come se esistessero realmente. Questo luogo particolare, che si chiama Cave (Cave Automatic Virtual Enviroment), non è una novità: è stato inventato 15 anni fa all'università dell'Illinois (Usa) ed ha diverse applicazioni. Il Centro di Simulazione della Terra, che si trova in Giappone per esempio, usa la "caverna" speciale per studiare il funzionamento di alcuni fenomeni naturali. I ricercatori con Cave possono trasformare dati e numeri in oggetti virtuali per essere poi analizzati con maggiore facilità.

mercoledì 6 giugno 2007

CURIOSITA'

Un grammo di nanostoffa? 450 metri quadrati!A pochi giorni dall'annuncio di una linea di abiti in tessuto misto di cotone e nanofibre, una società americana presenta le stoffe di nanotubi.

Più resistente dell'acciaio e incredibilmente leggero, il materiale ottenuto dai nanotubi di carbonio si presta a molteplici applicazioni industriali, dagli abiti antiproiettile ai cavi di cablatura dei sistemi elettrici degli aerei.

Il re dei nano materiali Molte ricerche avevano già messo in risalto la straordinaria resistenza dei nanotubi di carbonio e la loro capacità, a seconda del "metodo di costruzione", di comportarsi come ottimi conduttori elettrici o di calore. Tuttavia, l'ordine di lunghezza dei nanotubi era finora limitata ai micrometri (milionesimi di millimetro), motivo per cui non si era mai riusciti a creare materiali lavorabili per l'industria. Adesso un'azienda americana, la Newcomp, sembra avere risolto il problema e al Nanotech 2007 di Santa Clara (meeting internazionale che si tiene proprio in questi giorni nella Silicon Valley, in California) mostrerà i nanomateriali di grafite adatti a produrre "tessuti" super leggeri.

Nano, ma lungo «I nostri nanotubi», rivela Peter Antoinette, cervello e proprietario della Newcomp, «sono molto lunghi: si misurano in millimetri, anziché in micrometri!» Il diametro resta comunque sempre "nano", ossia nell'ordine dei miliardesimi di millimetro, e in ogni caso si tratta pur sempre di... tubi, e perciò sono cavi! Ecco spiegate le proprietà delle stoffe in nanotubi di carbonio, lenzuola di grafite senza cuciture che possono arrivare a pesare, si fa per dire, un grammo per 450 metri quadri.

http://www.focus.it/Notizie/2007/maggio/Un_grammo_di_nanostoffa_450_metri_quadrati.aspx

Il tramonto delle password

Per accedere in locali riservati o essere riconosciuto il segreto potrebbe essere in futuro nei nostri occhi. L'iride, come le impronte digitali, ci contraddistingue come individui e non esiste altra persona al mondo che ne possieda uno simile al nostro.La prossima sarà forse l'era della biometria computerizzata, in cui si imporranno sistemi di riconoscimento come l'identificazione delle impronte digitali, del timbro di voce, della fisionomia o dell'iride.

domenica 3 giugno 2007

VITAMINE A GIANTURCO

Sede della facoltà di architettura Ludovico Quaroni - La Sapienza Roma -



facoltà di architettura:veduta esterna






Corridoi che portano alle aule

Corridoi che portano alle celle
Ci trovate qualcosa di simile?





Per cercare di rendere più comprensibile come possa concretizzarsi un "mondo virtuale" é sufficiente prendere come esempio il proprio stato mentale durante la lettura di un romanzo, con il quale vengono suggeriti per mezzo di un solo tipo di linguaggio, una serie di ambientazioni e di situazioni che ci coinvolgono e ci immergono in uno stato di semicoscienza, in quanto tutta la nostra attenzione é rivolta verso l'interpretazione e la visualizzazione mentale del contenuto del libro.
Allo stesso modo é possibile trasportare l'attenzione della nostra mente verso un immaginario ambiente "Virtuale" creato con appropriati ed efficaci stimoli sonori abilmente inseriti....
Noi vogliamo dedicarci alla realizzazione di inediti ambienti tridimensionali, innovative sequenze spaziali e coinvolgenti prozieioni, per comunicare e trasmettere al fruitore nuovi stimoli, emozioni ed esperienze.




L'Università può parlare!!?!!?!!?!



La comunicazione visuale applicata agli edifici, oggi più che mai, costituisce un completamento ineludibile dell’immagine architettonica degli stessi, ed è resa ulteriormente interessante grazie alle nuove strumentazioni multimediali attraverso le quali si esplica; allo stesso modo anche negli interni si proietta la necessità di accrescere le opportunità di informazione e comunicazione interattiva, per mezzo della dotazione degli spazi d’uso di tecnologie quali impianti audio, schermi video, luci dinamiche e connessioni di rete, che permettono ad un’utenza esigente di padroneggiare l’informazione.
Gli inediti ambienti universitari verranno realizzati utilizzando tutta la tecnologia digitale applicabile al settore, cercando di infrangere le consuete barriere della spazialità per consentire la riproduzione di un coinvolgente ambiente realmente stimolante e totalmente immersivo per il fruitore.


Gli obiettivi che ci prefiggiamo di raggiungere sono:
- adeguamento della pelle esterna dell'edificio attraverso l'integrazione di "pareti multimediali"
vedere articolo del 28 maggio su questo blog
- integrare al massimo livello modalità diverse di rappresentazione, in linea anche con l'esigenza di promuovere, gli ambienti della simulazione digitale;
http://video.google.com/videoplay?docid=-2438326351376003484
http://video.google.com/videoplay?docid=-2438326351376003484


Tavolo Touch Sensitive DelighTable Questo particolare tavolino, chiamato DelighTable, del designer Thomas Gardner, genera sulla sua superficie delle scie fluorescenti, prodotte da un sensore di pressione attivato dal passaggio delle dita o dall'appoggio di bicchieri.La KLOSS si è presa la briga di realizzare la tecnologia richiesta e renderla disponibile al pubblico, tramite il proprio sito. Al momento le dimensioni dei tavoli sono 90x45cm il piano, per un'altezza di 30cm. La tecnologia è racchiusa nei 20mm di spessore del piano, funziona a 12V, ed è completamente impermeabile.
- utilizzare in modo avanzato le tecnologie digitali e le dinamiche di rete sollecitando modalità di apprendimento, individuale e condiviso;
http://bet.como.polimi.it/video/epaper.html
- impiegare sofisticati apparati, concettuali e tecnici, in grado di raccordare la qualità della verifica degli esiti dei piani di formazione con la qualità delle risorse didattiche via via messe in campo:
http://bet.como.polimi.it/video/terzo.html
http://www.nhk.or.jp/strl/morphovision/swf_e.html

Digitopolis

Un pannello informativo multimediale introduce nella sezione del Museo della scienza di Londra dedicato alle tecnologie digitali.





Morphovision

Ideato e sviluppato da Toshio Iwai e NHK Science & Technical Research and Laboratories per un festival di arte e tecnologia moderna, il Morphovision, è principalmente un sistema che altera/modifica/distorce quello che i nostri occhi vedono.La dimostrazione prevede di sistemare un plastico di una piccola casa, in un box di vetro, a lato un pannello touch screen permette di applicare degli "effetti" che cambieranno la morfologia del plastico davanti ai nostri occhi, senza apparente inganno. Il funzionamento si basa su roteazioni e vibrazioni velocissime del plastico (o di altri oggetti simili e leggeri) in sinergia a repentini cambi delle sorgenti luminose. Il risultato ottenuto è davvero particolare, come si vede dalle fotografie.

Alle diverse scale faremo corrisponde una possibile diversificazione dellle tipologie di interazione che possiamo avere con i nuovi media:
- un primo livello, di tipo passivo, è rappresentato dalle immagini di tipo televisivo, che per mezzo di proiezioni, megascreens o pareti luminose ci forniscono informazioni. Questo genere di media viene spesso utilizzato per mediabuildings con vocazione pubblicitaria, come ad esempio la celebre facciata su Piccadilly Circus a Londra.
- un secondo livello, di tipo attivo, è invece determinato da impianti più sofisticati quali, touch screens, computers connessi alla rete tramite sistemi wireless e quant’altro favorisca un approccio interattivo con il mezzo; questi consentono all’utente di integrarsi con l’apparato tecnologico e farne un uso personale e propositivo.
Alle diverse scale, le facciate mediali, i videowalls, i totem interattivi e tutte le postazioni per “connettersi” rappresentano il sempre più sottile margine tra il reale ed il virtuale, qualificandosi come linea di confine tra la fisicità tipica dei manufatti edilizi e la liquidità del cyberspazio e prospettandoci un futuro in cui i due aspetti della next architecture si fonderanno in una nuova maniera di fare architettura.
L’architettura tende dunque a divenire intelligente, secondo una celebre definizione di Derrick De Kerckhove, inglobando in sé media che fino ad ora erano ad essa estranei e proponendosi come un nuovo organismo che arricchisce l’interazione con i propri utenti.




L’aumento esponenziale delle tecnologie dell’informazione ha peraltro incrementato il nostro campo di esplorazione, che grazie alla rapidità con cui la diffonde, amplia la nostra scala di riferimento, che si fa globale. Oggi sentiamo infatti la necessità di essere informati di ciò che avviene anche a migliaia di chilometri di distanza e gli apparati di cui disponiamo ci consentono di soddisfare questa esigenza, arricchendo gli spazi architettonici di un valore aggiunto finora assente
.

lunedì 28 maggio 2007

Gehry

Museo Guggenheim, Bilbao Spagna







Auditorio Walt Disney

Frank Gehry & Marqués de Riscal

lezione del 28 maggio 2007
Trovo particolarmente espressiva quest'opera quando parliamo di Gehry e dell'equilibrio tra figure ed astrazione. Qui i volumi assumono valore di "episodi"




Se non si conoscesse l'opera, guardando questa immagine, penseremmo ad una scultura!?!!

Hotel Marqués De Riscal

Disegno della Sfera-Nogues il Gala franco di Gehry per Tiffany & Company

Facciate Multimediali






Le media-façade (facciate interattive) sono una delle frontiere dell'architettura contemporanea e le Olimpiadi di Pechino 2008 ne saranno la celebrazione ufficiale. Questo nuovo tipo di approccio nella progettazione delle nuove facciate da valenza mediatica e comunicativa alla Nuova Architettura.



Facciamo un esempio:
Viale di settimo 745New York, Cominciato in 1999, completata nel 2001, Architetto: Soci della volpe di Kohn Pedersen
il viale di settimo 745 è una costruzione da 1.040.000 piedi quadrati situata nella parte occidentale del complesso concentr del Rockefeller. La costruzione è stata progettata con 720.000 piedi quadrati utilizzabili, con le disposizioni accomodare 2.500 commercianti in basso-aumenta parte della costruzione. Un'infrastruttura meccanica e di telecomunicazioni ridondante di alimentazione, è sul posto accertare il potenziale più basso per l'interruzione delle funzioni critiche di affari. L'esterno è placcato in granito, metallo e vetro e forma una composizione architettonica degli strati e dei pilastri verticali. Completato inizialmente in 2002 per l'occupazione di Morgan Stanley, la costruzione ora è le nuove sedi globali per i fratelli del Lehman.
Questa costruzione è un buon esempio di come può comunicare la pelle dell'edificio!

A chi interessi questo argomento segnalo alcuni siti:
http://translate.google.com/translate?hl=it&sl=en&u=http://infosthetics.com/archives/2005/12/spots_berlin_animated_facade.html&sa=X&oi=translate&resnum=2&ct=result&prev=/search%3Fq%3Dspots-berlin%26hl%3Dit


http://translate.google.com/translate?hl=it&sl=en&u=http://www.realities-united.de/index.html&sa=X&oi=translate&resnum=1&ct=result&prev=/search%3Fq%3Drealities-united.%26hl%3Dit%26sa%3DG

Questo sito è molto interessante consiglio in particolare di guardare i video!!!!!!!

http://66.249.91.104/translate_c?hl=it&u=http://www.spots-berlin.com/en/index.php%3Fcol%3D2%26expo%3D104&prev=/search%3Fq%3Drealities-united.%26hl%3Dit%26sa%3DG

lunedì 21 maggio 2007

Peter Eisenman - Casa Guardiola

Commento sulla lezione del prof. Antonino Saggio

Come è stato detto a lezione Eisenman non è un architetto tradizionale, ma un "artista-concettuale." Per Eisenman l'architettura diventa una sorta di operazione "sintattica" basata sui volumi; approccio completamente diverso da quello che si era avuto fino ad allora, parole come palinsesto, griglia, strati, layer adesso assumono significati diversi.

Eisenman fa propria la tecnica dell’oscillazione nella casa Guardiola a Cadice. Qui i vuoti e i pieni, sono proprio determinati dalle oscillazioni, che creano dei "campi d'azione" che si muovono in un ragionamento dinamico, che si muovono nel movimento del pensiero.
Con la tecnica dell'oscillazione entriamo nel tema vettoriale, perchè questi generano campi che poi vengono "coltivati" dove l'architettura stessa diventa una forma di paesaggio!





La casa guardiola è un esempio di analogia tra Eisenman e il futurismo italiano :consapevolezza del duplicarsi delle cose in movimento in cui le immagini sfumano e si sovrappongono .


sabato 12 maggio 2007

Ben Van Berkel



Ben Van Berkel è un architetto che lavora per layer.
Il suo primo layer sono i diagrammi, perchè non contengono soluzioni concrete, ma approcci e valutazioni non ancora rappresentabili.
I diagrammi possono essere usati sia come sistemi generatori sia come sistemi riduttivi per la creazione d'informazione.
Ben Van Berkel è più interessato all'aspetto riproduttore, generatore e alle qualità che ha un sistema aperto.

lunedì 7 maggio 2007

Negli USA sono in competizione le Città del Futuro

History Channel, canale telematico statunitense dedicato alla storia, ha proposto un concorso dedicato al tema “La Città del Futuro”. I progettisti sono stati invitati a produrre un progetto visionario delle città di New York, Chicago e Los Angeles tra 100 anni. La città doveva avere la capacità di resistere nei secoli. La migliore proposta visionaria per New York è stata realizzata da Steve Cassell e Adam Yarinsky dello studio Architecture Research Office (ARO), mentre l’immagine visionaria di Chicago appartiene allo studio UrbanLab. Infine, il progetto vincitore per Los Angeles è realizzato dal noto studio americano Eric Owen Moss Architects.

Studio:Architecture Research Office LLC (ARO)
Committente:History Channel
Categoria progetto:Tavole di concorso
Cronologia:Progetto:2006





Progettisti:Eric Owen Moss
Studio:Eric Owen Moss Architects
Committente:History Channel
Categoria progetto:Tavole di concorso


Studio:UrbanLab
Committente:History Channel
Categoria progetto:Tavole di concorso
Cronologia:Progetto:2006

http://www.edilportale.com/edilnews/Npopup.asp?IDDOC=9234


sabato 5 maggio 2007

Arriva la discoteca che si autoricarica

Articolo preso dalla rivista "Focus"
Il primo vero disco club ecologico: il movimento di chi balla in pista produce l’energia per luci e casse stereo.
Tre scatenate ospiti dell'Off Corso. Grazie al movimento dei loro bacini la discoteca si autoricarica.

Se siete tra le migliaia di persone che consumano le proprie energie dimenandosi sulle piste da ballo fino a notte inoltrata da oggi avrete la certezza che la vostra fatica non è sprecata. A Rotterdam, in Olanda, è stata infatti progettata la prima discoteca che sfrutta questa energia “umana” per produrre elettricità che alimenta il locale stesso. Insomma, ballando si produce l’elettricità che fa funzionare il locale che a sua volta, con la musica, “alimenta” i danzatori. A ciclo continuo. Come un accendigas A promuovere la discoteca che risparmia energia è un’associazione ambientale, Enviu, che ha collaborato per la sua realizzazione con lo studio di architettura Döll - Atelier voor Bouwkunst di Rotterdam. «Il dancefloor dell'Off Corso» spiegano i tecnici «impiega un sistema “piezoelettrico”: il pavimento è sospeso su speciali cristalli che producono elettricità quando vengono fatti sobbalzare». In pratica quello che avviene con i normali accendigas da cucina in cui lo strofinamento di uno di questi cristalli produce una minima quantità di elettricità che fa scoccare una scintilla. Gli impulsi piezoelettrici vengono poi incanalati verso un accumulatore che copre il fabbisogno energetico di tutto il locale. Muovi a tempo il bacino (energetico) L’iniziativa olandese non è unica in Europa. Sono infatti già diversi i progetti pensati per ridurre il consumo energetico trasformando il movimento delle persone in energia elettrica: ad esempio uno studio architettonico inglese sta realizzando una scala che immagazzina l’energia prodotta dalle vibrazioni del passaggio. Lo stesso gruppo di lavoro sta inoltre progettando un pavimento analogo a quello della discoteca da impiegare in alcune stazioni della metropolitana londinese. Questa volta però saranno dei generatori a pressione idraulica a catturare l’energia prodotta dai passi delle migliaia di pendolari.
(Notizia aggiornata al 6 novembre 2006)

Mickey Mouse Hacks a Military Computer


All'inizio degli anni '90 i computer e le reti informatiche erano per la maggior parte delle persone roba da film di fanstascienza. Internet come la conosciamo oggi non esisteva ancora, ma c'erano già reti speciali dedicate alle comunicazioni militari, alla ricerca accademica e al mondo del business. Già allora la sicurezza di questi ambienti per lo scambio dei dati era una priorità.Il filmato che vi propongo qui sotto è un vero e proprio pezzo di storia della cultura underground del nostro paese: fu recapitato nel 1991 alla redazione della rivista "Decoder", un periodico di controcultura digitale, e poi pubblicato su una videozine dedicata al mondo cyberpunk.Mostra il clamoroso gesto di due hacker italiani, uno con la maschera di Topolino e l'altro vestito da Uomo d'Acciaio, che con le tecnologie di quegli anni violano senza grossi problemi un computer militare. Chi ha tra i 30 e i 40 anni riconoscerà nel computer utilizzato un Amiga 500: all'epoca era una delle più potenti macchine per uso domestico in commercio. Ancora oggi questo video è un vero e proprio cult per tutti gli hacker del mondo.

http://www.youtube.com/watch?v=g6tuepmUmJg



giovedì 3 maggio 2007

COMPUTER COME ESTENSIONE DELLA MENTE



Makoto Sei Watanabe, “INCUCTION DESIGN” Un metodo per una progettazione evolutiva, editore Testo & Immagine, collana "La Rivoluzione Informatica in Architettura" numero 147, anno 2004, pp.93.

COMPUTER COME ESTENSIONE DELLA MENTE
Recensione di Luisa Cariello – 03/05/2007
LA RECENSIONE SI TROVA SUL MIO SITO

lunedì 30 aprile 2007

COMMENTO SULL'ULTIMO LIBRO DI ANTONINO SAGGIO " Introduzione alla rivoluzione Informatica in Architettura"


TEMPO, SPAZIO
Innanzitutto volevo dirle grazie per la possibilità, per come è strutturato il libro, di passare da un capitolo ad un altro senza mai perdere il filo logico.
Ho trovato particolarmente stimolante ed interessante i due capitoli: Tempo, Spazio; credo che questi due capitoli siano strettamente in connessione tra loro ma allo stesso modo profondamente e segretamente autonomi.
Particolarmente interessanti e chiarificatori sono le note del capitolo Tempo, che ci “costringono” ad immaginare un mondo a due dimensioni…….cosa inconcepibile per la mente umana. Come potremmo realmente immedesimarci in una persona che si trova in un mondo bidimensionale se, la nostra natura è tridimensionale!?!?!?!?!?!!! Questo mi induce a pensare che sono strettamente legati ad un’altra parola che è Percezione, la nostra percezione!! O forse è il nostro limite!? Limite che in un certo senso è stato superato con il salto, come la sua balena sul desktop, nella quarta dimensione che è la dimensione informatica.
Con la modernità, si afferma "la separazione del tempo e dello spazio e la loro ricombinazione in forme che permettono una precisa delimitazione di ‘zone’ spazio - temporali della vita sociale" (Giddens, 1990). Credo che questa affermazione sia riconducibile al mondo di internet dove abbiamo una separazione del tempo e dello spazio, ci ritroviamo a comunicare con persone lontane da noi in tempo reale delimitando così una “ zona “ di spazio-tempo che solo il mondo del web ci consente di varcare. Questa nuova dimensione ci permette di ampliare le nostre relazioni interpersonali, creando così nuovi spazi di aggregazione più stimolanti e più ampi di quelli del passato.
Nel libro di Saggio trovo particolarmente significativa la frase in cui dice che “Lo spazio non esiste in quanto tale. E’ l’applicazione di una convenzione al dato della materia” d’altronde ogni volta che apriamo una pagina web, non apriamo uno spazio? Uno spazio diverso da quello abituale, pieno di possibilità, di modi diversi e di spunti per Pensare.
Questo spazio potrebbe essere considerato come un mondo parallelo che ci permette di galleggiare tra …..?

lunedì 2 aprile 2007

COME SONO NATI I VIRUS





Se siete incuriosti dai virus informatici, del perchè sono nati , quando sono nati, di seguito vi presento un riassunto della loro storia.Nel 1948 Jhon Von Neumann dimostra matematicamente la possibilità di costruire una macchina o un programma in grado di replicarsi autonomamente. Nel 1959, il concetto di programma auto-replicante viene per la prima volta implementato in un gioco ideato da un gruppo di programmatori dei Bell Laboratories della AT&T.Il velo di omertà che ricopre i programmi auto-replicanti venne rimosso nel 1983 da Ken Thompson, autore del sistema operativo UNIX. Nel frattempo (novembre 1983) il primo esempio di virus viene mostrato nel corso di un seminario sulla sicurezza dei computer. La teoria dei programmi auto-replicanti è ormai di dominio pubblico. Nel gennaio del 1986, due fratelli gestori di un computer shop in Lahore (Pakistan) si resero conto che il settore di boot di un floppy disk contiene del codice eseguibile eseguito ogni volta che il computer viene avviato da un dischetto inserito nel drive A. In seguito a ciò i due fratelli scrissero un programma TSR e lo sostituirono al codice normalmente presente nel settore di boot. Il programma è scritto in modo da riprodursi ricopiando se stesso nel settore di boot di ogni floppy disk utilizzato. Nel frattempo un programmatore di nome Ralf Burger sperimentò la possibilità che ha un programma di replicarsi attaccando una sua copia a un altro file e le sue simulazioni suscitarono un interesse tale da convincerlo alla pubblicazione di un libro.Contemporaneamente in diverse parti del mondo la produzione di virus era in continua crescita. A Tel Aviv, Israele (altre fonti dicono in Italia) un programmatore sperimentò e creò uno dopo l'altro Suriv-01 (virus al contrario), Suriv-02, Suriv-03.


Il quarto virus di questa serie, conosciuto come Jerusalem, si diffuse rapidamente al di fuori dei confini di Israele. Nell'altro emisfero, in Nuova Zelanda, un giovane programmatore creò un virus che si diffuse molto rapidamente. Il virus denominato Stoned, visualizza sullo schermo il messaggio 'Your PC is Stoned' quando il computer viene avviato da un dischetto infetto.In Italia, all'università di Torino, un programmatore (probabilmente un docente) creò un nuovo virus che si sostituì al settore di boot. Questo virus visualizza sullo schermo una pallina che rimbalza ogni qual volta raggiunge il bordo, se viene effettuato un accesso al disco alla mezzora esatta. Per questo suo effetto a tale virus venne assegnato il nome di virus italiano o Ping Pong virus. Simpatico e per fortuna innoquo!!! Nel 1987, un programmatore tedesco scrisse un virus complesso, Cascade, a causa dell'effetto che provoca sul testo presente sullo schermo. Cascade incorpora una nuova idea: la maggior parte del codice del virus è crittografato. Stoned, Cascade e Jerusalem sono tuttora i tre virus più diffusi nel mondo. Nel 1988 apparvero sul mercato i primi prodotti anti-virus a basso prezzo se non freeware, perché il problema non era ancora così sentito.Nel 1989 sia la produzione dei virus che la ricerca di efficaci prodotti anti-virus vennero guidate dalla Gran Bretagna. Nello stesso anno anche Bulgaria e Unione Sovietica cominciarono a produrre virus. A seguito della comparsa di un nuovo virus, denominato Datacrime, IBM decise di commercializzare un programma anti-virus scritto inizialmente per uso interno. Datacrime, ridenominato Columbus day virus, si dimostra un virus poco pericoloso, tanto da essere praticamente scomparso.


Il 1990 segna la comparsa, ad opera di Mark Washburn, di un nuovo virus: l'intero codice è crittografato in modo variabile, la parte del virus che si incarica della de-crittografazione può assumere diverse forme, per questo detto virus polimorfico. Sempre nel 1990 si ha in circolazione un gran numero di virus di produzione Bulgara. Il loro produttore, che si identifica come Dark Avenger, introduce i propri virus sui BBS di numerose nazioni, infettando anche i programmi anti-virus shareware. Nel dicembre dello stesso anno vi sono in circolazione circa 150 virus, e la Bulgaria è ormai il leader nella produzione di virus.Nel 1991, il problema diventò commercialmente interessante: nuovi prodotti anti-virus entrano nel mercato. Ma la vera novità del 1991 fu la comparsa di un grande numero di variazioni, ovvero un virus ottenuto modificando alcune istruzioni di un virus già esistente, in modo da renderlo irriconoscibile da parte dei prodotti anti-virus in commercio. Per questo il numero di virus in circolazione aumentò enormemente e i piccoli produttori di anti-virus scomparvero. Nel gennaio del 1992 Dark Avenger rilascia il suo Self Mutation Engine (MtE): un file oggetto (.OBJ) e il codice sorgente di un semplice virus. MtE costituisce un vero e proprio ambiente di sviluppo per virus polimorfi che diviene così accessibile al grande pubblico. Inoltre commercianti senza scrupoli vendono interi CD-ROM pieni di virus già pronti o in formato sorgente. Il resto è storia recente e troppo densa per essere sintetizzata e raccontata.


BIBLIOGRAFIA












COMUNICAZIONE MARSUPIALE

IO ESITO IN QUANTO RAPPRESENTO....
Cupola di San Pietro


IO ESISTO IN QUANTO FUNZIONO....
La sede del Parlamento del Bangladesh, opera di Louis Kahn

IO ESISTO IN QUANTO INFORMO....
Mayer: Dives in Misericordia

28 marzo 2007
Considero l'architettura come una forma " d'arte rezionale ".Per questo penso che oggi abbiamo il compito di percorrere "La via dei Simboli", per dimostrare che la parte razionale più spesso chiamata FORMA-FUNZIONE, non preclude la possibilità di un'architettura che attraverso SIMBOLI comunichi in modo diretto sollecitando l'inconscio.Nella pittura, ad esempio, noi distinguiamo l'opera d'arte con l'opera accademica, cosa ci porta a questa differenza? Se nella pittura siamo passati dalle forme della bellezza classica, al cubismo, all'impressionismo, all'astrattismo,...perchè allora nell'architettura dovremmo fermarci alla reppresentanza o al funzionalismo?!?

lunedì 26 marzo 2007

COMMENTO SULLA LEZIONE TENUTA DA ANTONINO SAGGIO Prolusione "Modernity Crisis and Information Technology. Architectures of the Crisis"


Se la modernità non è un valore temporale ma è uno stato di tensione che fa della crisi un valore -come abbiamo visto nella Rivoluzione Francese, nella Rivoluzione Industriale,...- e, se come dice Kepling la storia è un continuo evolversi ma l'uomo è sempre lo stesso, quindi cambiano i mezzi ma la storia si ripete, allora è nel passato e nel suo studio che abbiamo le risposte, certo aggioranendole ai mezzi di oggi.Se abbiamo bisogno di un momento di rottura per fare diventare la crisi in valore, allora mi chiedo non è proprio quello che stiamo vivendo?!Mi spiego, può sembrare presuntuoso, ma forse proprio in questa sede e proprio noi,- come nel passato è stato per i vari artisti che s'incontravano e discutevano facendo nascere le " nuove correnti"- abbiamo l'opportunità di far nascere o almeno di capire e far nostro il nuovo "Paesaggio Mentale" comune a tutti, come una corrente artistica e filosofica per poi far nascere individualmente dei "filoni del nuovo pensiero".Allora mi rispondo... se una crisi deve essere individuata dal mondo che cambia, dalla società che si evolve e dalla politica potremmo individuare cosa sta succedendo oggi con lo scioglimento dei ghiacciai(crisi ambientale), con il petrolio che diminuisce in quantità ma aumenta nel prezzo( crisi economica),con il Protocollo di Kyoto(movimento politico).Concludeno dico che forse proprio questo è il nostro elemento di rottura, la nuova tecnologia che avanza.

domenica 25 marzo 2007

RIVOLUZIONE INFORMATICA E INFORMAZIONE COME MATERIA PRIMA DELL'INFORMATICA

Vorrei commentare l'articolo scritto da Antonino Saggio "Informazione materia prima dell'architettura" collegandomi alla lezione sulla Rivoluzione INFORMATICA.
Particolarmente del punto [3] Informazione è l'applicazione di una convenzione ad un datoe del punto[4] In informatica non esistono dati, ma sempre e solo informazioni.
Non è quello che si è detto appunto a lezione, l'informazione, i salti, il codice a barre,.....


ABBIAMO ANCHE NOI UN CODICE A BARRE?

Commento della lezione del 21 marzo 2007 tenuta dal prof. Antonino Saggio
In questa lezione abbiamo parlato delle tre grandi ondate, cioè delle tre grandi epoche di cui parla Alvin nel suo libro " La Terza Ondata".
Le tre grandi epoche a cui si fa riferimento sono: l' Epoca Agricola, l' Epoca Industriale, l' Epoca Informatica. Per le persone a cui possa interessare l'argomento indico il sito della lezione in questione http://www.arc1.uniroma1.it/saggio/DIDATTICA/Cad/2007/LEZ/2/index.htm ed indico il sito su cui si possono trovare informazioni del libro sopra indicato http://gandalf.it/net/ondate.htm
Prendiamo come esempio un avocado:
- in una società agricola il prodotto sarà legato per il 90% al bene terra, per il 5% alla "macchinazione", per l' 5% alla know out;
- in una società industriale il prodotto sarà legato per il 60% al bene terra, per il 30% alla macchinazione, per il 10% alla know out;
- in una società informatica il prodotto sarà legato per il 5% al bene terra, per il 35% alla macchinazione, per il 60% alla know out.


SALTO TECNOLOGICO
ABBIAMO INIZIATO DA QUI...........
Tutto ciò è avvenuto grazie a dei salti tecnologici, daltronde qualcuno disse "Fatti non foste a viver come bruti , ma per seguir virtute e canoscenza " ( Dante , Inferno XXVI ), per tanto mi sembra emblematico individuare questo bisogno dell'uomo, rapportandolo ai mezzi dei giorni nostri, in quelli che chiamiamo motori di ricerca. Quindi per tutti coloro che hanno per qualsiasi motivo bisogno di conoscere http://www.google.it/

...........E SIAMO FINITI QUI!!!!!!!