domenica 3 giugno 2007

VITAMINE A GIANTURCO

Sede della facoltà di architettura Ludovico Quaroni - La Sapienza Roma -



facoltà di architettura:veduta esterna






Corridoi che portano alle aule

Corridoi che portano alle celle
Ci trovate qualcosa di simile?





Per cercare di rendere più comprensibile come possa concretizzarsi un "mondo virtuale" é sufficiente prendere come esempio il proprio stato mentale durante la lettura di un romanzo, con il quale vengono suggeriti per mezzo di un solo tipo di linguaggio, una serie di ambientazioni e di situazioni che ci coinvolgono e ci immergono in uno stato di semicoscienza, in quanto tutta la nostra attenzione é rivolta verso l'interpretazione e la visualizzazione mentale del contenuto del libro.
Allo stesso modo é possibile trasportare l'attenzione della nostra mente verso un immaginario ambiente "Virtuale" creato con appropriati ed efficaci stimoli sonori abilmente inseriti....
Noi vogliamo dedicarci alla realizzazione di inediti ambienti tridimensionali, innovative sequenze spaziali e coinvolgenti prozieioni, per comunicare e trasmettere al fruitore nuovi stimoli, emozioni ed esperienze.




L'Università può parlare!!?!!?!!?!



La comunicazione visuale applicata agli edifici, oggi più che mai, costituisce un completamento ineludibile dell’immagine architettonica degli stessi, ed è resa ulteriormente interessante grazie alle nuove strumentazioni multimediali attraverso le quali si esplica; allo stesso modo anche negli interni si proietta la necessità di accrescere le opportunità di informazione e comunicazione interattiva, per mezzo della dotazione degli spazi d’uso di tecnologie quali impianti audio, schermi video, luci dinamiche e connessioni di rete, che permettono ad un’utenza esigente di padroneggiare l’informazione.
Gli inediti ambienti universitari verranno realizzati utilizzando tutta la tecnologia digitale applicabile al settore, cercando di infrangere le consuete barriere della spazialità per consentire la riproduzione di un coinvolgente ambiente realmente stimolante e totalmente immersivo per il fruitore.


Gli obiettivi che ci prefiggiamo di raggiungere sono:
- adeguamento della pelle esterna dell'edificio attraverso l'integrazione di "pareti multimediali"
vedere articolo del 28 maggio su questo blog
- integrare al massimo livello modalità diverse di rappresentazione, in linea anche con l'esigenza di promuovere, gli ambienti della simulazione digitale;
http://video.google.com/videoplay?docid=-2438326351376003484
http://video.google.com/videoplay?docid=-2438326351376003484


Tavolo Touch Sensitive DelighTable Questo particolare tavolino, chiamato DelighTable, del designer Thomas Gardner, genera sulla sua superficie delle scie fluorescenti, prodotte da un sensore di pressione attivato dal passaggio delle dita o dall'appoggio di bicchieri.La KLOSS si è presa la briga di realizzare la tecnologia richiesta e renderla disponibile al pubblico, tramite il proprio sito. Al momento le dimensioni dei tavoli sono 90x45cm il piano, per un'altezza di 30cm. La tecnologia è racchiusa nei 20mm di spessore del piano, funziona a 12V, ed è completamente impermeabile.
- utilizzare in modo avanzato le tecnologie digitali e le dinamiche di rete sollecitando modalità di apprendimento, individuale e condiviso;
http://bet.como.polimi.it/video/epaper.html
- impiegare sofisticati apparati, concettuali e tecnici, in grado di raccordare la qualità della verifica degli esiti dei piani di formazione con la qualità delle risorse didattiche via via messe in campo:
http://bet.como.polimi.it/video/terzo.html
http://www.nhk.or.jp/strl/morphovision/swf_e.html

Digitopolis

Un pannello informativo multimediale introduce nella sezione del Museo della scienza di Londra dedicato alle tecnologie digitali.





Morphovision

Ideato e sviluppato da Toshio Iwai e NHK Science & Technical Research and Laboratories per un festival di arte e tecnologia moderna, il Morphovision, è principalmente un sistema che altera/modifica/distorce quello che i nostri occhi vedono.La dimostrazione prevede di sistemare un plastico di una piccola casa, in un box di vetro, a lato un pannello touch screen permette di applicare degli "effetti" che cambieranno la morfologia del plastico davanti ai nostri occhi, senza apparente inganno. Il funzionamento si basa su roteazioni e vibrazioni velocissime del plastico (o di altri oggetti simili e leggeri) in sinergia a repentini cambi delle sorgenti luminose. Il risultato ottenuto è davvero particolare, come si vede dalle fotografie.

Alle diverse scale faremo corrisponde una possibile diversificazione dellle tipologie di interazione che possiamo avere con i nuovi media:
- un primo livello, di tipo passivo, è rappresentato dalle immagini di tipo televisivo, che per mezzo di proiezioni, megascreens o pareti luminose ci forniscono informazioni. Questo genere di media viene spesso utilizzato per mediabuildings con vocazione pubblicitaria, come ad esempio la celebre facciata su Piccadilly Circus a Londra.
- un secondo livello, di tipo attivo, è invece determinato da impianti più sofisticati quali, touch screens, computers connessi alla rete tramite sistemi wireless e quant’altro favorisca un approccio interattivo con il mezzo; questi consentono all’utente di integrarsi con l’apparato tecnologico e farne un uso personale e propositivo.
Alle diverse scale, le facciate mediali, i videowalls, i totem interattivi e tutte le postazioni per “connettersi” rappresentano il sempre più sottile margine tra il reale ed il virtuale, qualificandosi come linea di confine tra la fisicità tipica dei manufatti edilizi e la liquidità del cyberspazio e prospettandoci un futuro in cui i due aspetti della next architecture si fonderanno in una nuova maniera di fare architettura.
L’architettura tende dunque a divenire intelligente, secondo una celebre definizione di Derrick De Kerckhove, inglobando in sé media che fino ad ora erano ad essa estranei e proponendosi come un nuovo organismo che arricchisce l’interazione con i propri utenti.




L’aumento esponenziale delle tecnologie dell’informazione ha peraltro incrementato il nostro campo di esplorazione, che grazie alla rapidità con cui la diffonde, amplia la nostra scala di riferimento, che si fa globale. Oggi sentiamo infatti la necessità di essere informati di ciò che avviene anche a migliaia di chilometri di distanza e gli apparati di cui disponiamo ci consentono di soddisfare questa esigenza, arricchendo gli spazi architettonici di un valore aggiunto finora assente
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