sabato 23 giugno 2007

Nuove Sostanze

COMMENTO

Della comunicazione, dell'iperfunzionalità dello spazio, all' interattività, ......
Oggi nell'architettura bisogna guardare a forme molecolari e frattali perché oltre ad essere le uniche ad adattarsi meglio agli spazi di risulta sono quelle che più si adattano ad una plurifunzionalità richiesta dai nostri modi di vivere. Metafora anche dell' interattività che contraddistingue la nostra epoca.La natura inoltre sta riaquistando sempre più terreno, conquistandosi alcuni spazi all'interno di questi flussi intrecciati e stratificati. La percezione visiva e sensoriale all'interno di questi spazi ibridi sarà molto vicina a cio che immaginiamo attraverso internet in cui la compresenza di ambienti è costante.
L'articolo si può leggere cliccando questo link:

http://www.arc1.uniroma1.it/saggio/Articoli/IT/Manifesto.html#Italiano

domenica 10 giugno 2007

CAVERNE VIRTUALI

In questa stanza grazie a un complicato gioco di proiezioni, specchi, sensori elettromagnetici e occhiali per vedere in 3D, si possono ammirare oggetti (virtuali) che fluttuano nell’aria. E non solo si può anche camminarci intorno come se esistessero realmente. Questo luogo particolare, che si chiama Cave (Cave Automatic Virtual Enviroment), non è una novità: è stato inventato 15 anni fa all'università dell'Illinois (Usa) ed ha diverse applicazioni. Il Centro di Simulazione della Terra, che si trova in Giappone per esempio, usa la "caverna" speciale per studiare il funzionamento di alcuni fenomeni naturali. I ricercatori con Cave possono trasformare dati e numeri in oggetti virtuali per essere poi analizzati con maggiore facilità.

mercoledì 6 giugno 2007

CURIOSITA'

Un grammo di nanostoffa? 450 metri quadrati!A pochi giorni dall'annuncio di una linea di abiti in tessuto misto di cotone e nanofibre, una società americana presenta le stoffe di nanotubi.

Più resistente dell'acciaio e incredibilmente leggero, il materiale ottenuto dai nanotubi di carbonio si presta a molteplici applicazioni industriali, dagli abiti antiproiettile ai cavi di cablatura dei sistemi elettrici degli aerei.

Il re dei nano materiali Molte ricerche avevano già messo in risalto la straordinaria resistenza dei nanotubi di carbonio e la loro capacità, a seconda del "metodo di costruzione", di comportarsi come ottimi conduttori elettrici o di calore. Tuttavia, l'ordine di lunghezza dei nanotubi era finora limitata ai micrometri (milionesimi di millimetro), motivo per cui non si era mai riusciti a creare materiali lavorabili per l'industria. Adesso un'azienda americana, la Newcomp, sembra avere risolto il problema e al Nanotech 2007 di Santa Clara (meeting internazionale che si tiene proprio in questi giorni nella Silicon Valley, in California) mostrerà i nanomateriali di grafite adatti a produrre "tessuti" super leggeri.

Nano, ma lungo «I nostri nanotubi», rivela Peter Antoinette, cervello e proprietario della Newcomp, «sono molto lunghi: si misurano in millimetri, anziché in micrometri!» Il diametro resta comunque sempre "nano", ossia nell'ordine dei miliardesimi di millimetro, e in ogni caso si tratta pur sempre di... tubi, e perciò sono cavi! Ecco spiegate le proprietà delle stoffe in nanotubi di carbonio, lenzuola di grafite senza cuciture che possono arrivare a pesare, si fa per dire, un grammo per 450 metri quadri.

http://www.focus.it/Notizie/2007/maggio/Un_grammo_di_nanostoffa_450_metri_quadrati.aspx

Il tramonto delle password

Per accedere in locali riservati o essere riconosciuto il segreto potrebbe essere in futuro nei nostri occhi. L'iride, come le impronte digitali, ci contraddistingue come individui e non esiste altra persona al mondo che ne possieda uno simile al nostro.La prossima sarà forse l'era della biometria computerizzata, in cui si imporranno sistemi di riconoscimento come l'identificazione delle impronte digitali, del timbro di voce, della fisionomia o dell'iride.

domenica 3 giugno 2007

VITAMINE A GIANTURCO

Sede della facoltà di architettura Ludovico Quaroni - La Sapienza Roma -



facoltà di architettura:veduta esterna






Corridoi che portano alle aule

Corridoi che portano alle celle
Ci trovate qualcosa di simile?





Per cercare di rendere più comprensibile come possa concretizzarsi un "mondo virtuale" é sufficiente prendere come esempio il proprio stato mentale durante la lettura di un romanzo, con il quale vengono suggeriti per mezzo di un solo tipo di linguaggio, una serie di ambientazioni e di situazioni che ci coinvolgono e ci immergono in uno stato di semicoscienza, in quanto tutta la nostra attenzione é rivolta verso l'interpretazione e la visualizzazione mentale del contenuto del libro.
Allo stesso modo é possibile trasportare l'attenzione della nostra mente verso un immaginario ambiente "Virtuale" creato con appropriati ed efficaci stimoli sonori abilmente inseriti....
Noi vogliamo dedicarci alla realizzazione di inediti ambienti tridimensionali, innovative sequenze spaziali e coinvolgenti prozieioni, per comunicare e trasmettere al fruitore nuovi stimoli, emozioni ed esperienze.




L'Università può parlare!!?!!?!!?!



La comunicazione visuale applicata agli edifici, oggi più che mai, costituisce un completamento ineludibile dell’immagine architettonica degli stessi, ed è resa ulteriormente interessante grazie alle nuove strumentazioni multimediali attraverso le quali si esplica; allo stesso modo anche negli interni si proietta la necessità di accrescere le opportunità di informazione e comunicazione interattiva, per mezzo della dotazione degli spazi d’uso di tecnologie quali impianti audio, schermi video, luci dinamiche e connessioni di rete, che permettono ad un’utenza esigente di padroneggiare l’informazione.
Gli inediti ambienti universitari verranno realizzati utilizzando tutta la tecnologia digitale applicabile al settore, cercando di infrangere le consuete barriere della spazialità per consentire la riproduzione di un coinvolgente ambiente realmente stimolante e totalmente immersivo per il fruitore.


Gli obiettivi che ci prefiggiamo di raggiungere sono:
- adeguamento della pelle esterna dell'edificio attraverso l'integrazione di "pareti multimediali"
vedere articolo del 28 maggio su questo blog
- integrare al massimo livello modalità diverse di rappresentazione, in linea anche con l'esigenza di promuovere, gli ambienti della simulazione digitale;
http://video.google.com/videoplay?docid=-2438326351376003484
http://video.google.com/videoplay?docid=-2438326351376003484


Tavolo Touch Sensitive DelighTable Questo particolare tavolino, chiamato DelighTable, del designer Thomas Gardner, genera sulla sua superficie delle scie fluorescenti, prodotte da un sensore di pressione attivato dal passaggio delle dita o dall'appoggio di bicchieri.La KLOSS si è presa la briga di realizzare la tecnologia richiesta e renderla disponibile al pubblico, tramite il proprio sito. Al momento le dimensioni dei tavoli sono 90x45cm il piano, per un'altezza di 30cm. La tecnologia è racchiusa nei 20mm di spessore del piano, funziona a 12V, ed è completamente impermeabile.
- utilizzare in modo avanzato le tecnologie digitali e le dinamiche di rete sollecitando modalità di apprendimento, individuale e condiviso;
http://bet.como.polimi.it/video/epaper.html
- impiegare sofisticati apparati, concettuali e tecnici, in grado di raccordare la qualità della verifica degli esiti dei piani di formazione con la qualità delle risorse didattiche via via messe in campo:
http://bet.como.polimi.it/video/terzo.html
http://www.nhk.or.jp/strl/morphovision/swf_e.html

Digitopolis

Un pannello informativo multimediale introduce nella sezione del Museo della scienza di Londra dedicato alle tecnologie digitali.





Morphovision

Ideato e sviluppato da Toshio Iwai e NHK Science & Technical Research and Laboratories per un festival di arte e tecnologia moderna, il Morphovision, è principalmente un sistema che altera/modifica/distorce quello che i nostri occhi vedono.La dimostrazione prevede di sistemare un plastico di una piccola casa, in un box di vetro, a lato un pannello touch screen permette di applicare degli "effetti" che cambieranno la morfologia del plastico davanti ai nostri occhi, senza apparente inganno. Il funzionamento si basa su roteazioni e vibrazioni velocissime del plastico (o di altri oggetti simili e leggeri) in sinergia a repentini cambi delle sorgenti luminose. Il risultato ottenuto è davvero particolare, come si vede dalle fotografie.

Alle diverse scale faremo corrisponde una possibile diversificazione dellle tipologie di interazione che possiamo avere con i nuovi media:
- un primo livello, di tipo passivo, è rappresentato dalle immagini di tipo televisivo, che per mezzo di proiezioni, megascreens o pareti luminose ci forniscono informazioni. Questo genere di media viene spesso utilizzato per mediabuildings con vocazione pubblicitaria, come ad esempio la celebre facciata su Piccadilly Circus a Londra.
- un secondo livello, di tipo attivo, è invece determinato da impianti più sofisticati quali, touch screens, computers connessi alla rete tramite sistemi wireless e quant’altro favorisca un approccio interattivo con il mezzo; questi consentono all’utente di integrarsi con l’apparato tecnologico e farne un uso personale e propositivo.
Alle diverse scale, le facciate mediali, i videowalls, i totem interattivi e tutte le postazioni per “connettersi” rappresentano il sempre più sottile margine tra il reale ed il virtuale, qualificandosi come linea di confine tra la fisicità tipica dei manufatti edilizi e la liquidità del cyberspazio e prospettandoci un futuro in cui i due aspetti della next architecture si fonderanno in una nuova maniera di fare architettura.
L’architettura tende dunque a divenire intelligente, secondo una celebre definizione di Derrick De Kerckhove, inglobando in sé media che fino ad ora erano ad essa estranei e proponendosi come un nuovo organismo che arricchisce l’interazione con i propri utenti.




L’aumento esponenziale delle tecnologie dell’informazione ha peraltro incrementato il nostro campo di esplorazione, che grazie alla rapidità con cui la diffonde, amplia la nostra scala di riferimento, che si fa globale. Oggi sentiamo infatti la necessità di essere informati di ciò che avviene anche a migliaia di chilometri di distanza e gli apparati di cui disponiamo ci consentono di soddisfare questa esigenza, arricchendo gli spazi architettonici di un valore aggiunto finora assente
.